Percorsi ciclabili ed escursioni

via Castello

Una strada medievale raro esempio di nucleo fortificato nel Frignano, con case adiacenti che formano una cortina impenetrabile

È un percorso facile adatto a tutti che in circa 11 minuti di camminata conduce dal giardinetto di Montecreto fino al Castello e al Belvedere.

Lungo i 428 metri di sentiero, costituito interamente da lastrico di arenaria, si incontrano CASA BORRA e il MONASTERO.

La prima è un edificio storico risalente al XVI secolo con corte interna e torre. Durante la Seconda Guerra Mondiale divenne anche rifugio per gli ebrei in fuga dalla persecuzione nazista. Da notare ad ogni angolo della casa le cosiddette “marcolfe”, maschere apotropaiche scolpite in arenaria ad altorilievo collocate sotto le mensole del sottotetto a protezione delle mura e dei loro abitanti.

Il Monastero, visibile lungo via Castello, è chiuso da tempo per mancanza di vocazioni. Anch’esso risalente al 1500, è rimasto in uso sino al 2015 come scuola. Composto da un nucleo centrale lungo la strada, un orto interno e una cerchia di mura che incorporano in parte quelle della rocca medievale, al suo interno si trova un interessante "calvario", protetto da una grande edicola.

Image

Borgo della Marina

Il primo dei due itinerari parte dal giardinetto di Montecreto, passa da Serra Golara e arriva a destinazione al Borgo della Marina. 

Si tratta di un percorso (sentieri CAI 461/463/467) molto panoramico da cui è possibile ammirare, tra le altre cose, il Monte Cavrile e i secolari boschi di castagni che circondano Montecreto. Il tracciato, di media difficoltà e lungo 3,3 km, conduce in circa 1 ora e mezza di cammino ai resti di un borgo abbandonato risalente al sei - settecento, punto di riferimento e transito sia per i partigiani sia per i tedeschi nonché parte della Linea Gotica, la famigerata opera difensiva fortificata realizzata dall’esercito germanico nell’Italia centro-settentrionale nelle fasi finali della Seconda Guerra Mondiale. 

I resti del Borgo ancora oggi tramandano lo stile di vita che si respirava in quelle zone un secolo fa: fatica, sudore, freddo, povertà, ma anche tanta serenità e solidarietà. Il complesso abbandonato è costituito da un corpo disposto lungo l’asse est-ovest con ala disposta ad angolo retto a formare un cortile interno su cui si affaccia un portico a quattro arcate. Il borgo era un microcosmo autosufficiente, dotato di forno e di un mulino. I due punti più caratteristici sono un portale in pietra del 1612 e una fontana con Maestà risalente al XVIII secolo.

Image

Borgo della Marina

Il secondo itinerario inizia dal Rifugio di Monte Cervarola, passa da Serra Golara - attraverso la gola dello Stellaro - e termina al Borgo della Marina. Il percorso di media difficoltà (sentieri CAI 461/467) si estende per 1,9 km ed è percorribile in circa cinquanta minuti. 

Il rifugio Cervarola è il punto di ristoro a circa 100 metri dalla seggiovia Stellaro che porta a Montecreto. Situato a 1430 mt di quota, è attivo nel periodo di apertura della seggiovia e offre una cucina casalinga ben eseguita, dai primi piatti ai dolci tutti fatti in casa. Dalle grandi tavolate all’aperto posizionate su un bellissimo prato al sole si può godere di una vista spettacolare sul Cimone. Da segnalare, se si prende il percorso giallo dei trekking, l’Oratorio dello Stellaro, una piccola chiesetta a 880 metri di quota dedicata alla Madonna Addolarata. È conosciuta anche come “Chiesa dei Sardi” poiché la manovalanza che l’ha costruita era solita svernare in Sardegna durante i mesi più freddi.

Image

Borgo Magrignana

Dal Borgo della Marina si può imboccare il sentiero CAI 467 e, con un percorso di media difficoltà lungo 3,6 km, arrivare in un’ora e 20 minuti di cammino a Borgo Magrignana.

Situato tra Montecreto e Riolunato, questo nucleo abitativo, di cui si hanno prime notizie in un documento del XI secolo con il nome di “Magregnanum”, riporta esempi di architettura rurale storica risalenti al Quattrocento e al Cinquecento. Di interesse sono il Museo del Caprile, che all’interno della canonica raccoglie reperti dell’antica civiltà contadina, e la seicentesca Chiesa di S. Geminiano, con i suoi affreschi, una croce del XVI secolo, un soffitto ligneo del XVIII secolo, due colonne romaniche (che delimitavano il confine tra i dialetti emiliani e quelli toscani) e i resti di una pieve romanica distrutta.

Per la sua particolare posizione a ridosso del fianco meridionale della montagna, nei mesi invernali il borgo non vede mai il sole, caratteristica che ha dato vita ad una tradizione popolare a lungo rispettata: il 31 gennaio (giorno di San Geminiano) il sole appare sulla guglia del campanile e tutto il paese festeggiava. Oggi a Magrignana restano solo 4 abitanti.

Image

la Lezza
Mulino di Teggiola

Questo percorso di 5 km e mezzo (sentieri CAI 467A/469) ha un livello di difficoltà alto e da Borgo della Marina conduce a La Lezza/Mulino di Teggiola lungo un sentiero che attraversa il Rio Becco e che si percorre in circa 1 ora e tre quarti.

La Lezza è una piccola borgata abbandonata che si trova alla fine del sentiero che dal Mulino della Teggiola corre lungo il Rio Lezza nel territorio di Riolunato. Poco distante dal mulino si estende un piccolo canyon con un ponte che attraversa il fiume lungo il quale si può anche praticare il canyoning. Proseguendo lungo il sentiero si raggiunge il minuscolo borgo, abitato fino ai primi anni ’70 del secolo scorso.

Il Mulino della Teggiola insiste sul territorio di Riolunato ed è una splendida testimonianza architettonica visitabile da chiunque. Entrandovi si possono ammirare ancora le vecchie macine e le pale che servivano per metterlo in funzione.

Collegato al percorso tra Montecreto e Riolunato si può incontrare anche il ponte di Picchiotto: denominato genericamente nel Museo dei Leoni di Pietra “Ponte sul Rio Becco”, è un raro ponte a schiena d’asino risalente al XIV secolo che scavalca il Rio Becco nei pressi della confluenza con il fiume Scoltenna. Il ponte, chiamato “di Picchiotto” come toponimo ispirato alla “picchiotta” – bastone usato per percuotere i cardi delle castagne rimasti chiusi – o forse perché poco più avanti esisteva un borgo ora abbandonato chiamato Ca’ di Picchiotto nell’alta valle di Castello di Riolunato, presenta un’arcata in pietra con un’insolita foggia ad arco acuto, unico nel suo genere tra i ponti del Frignano. Fa parte del Cammino di San Bartolomeo (sentiero CAI 469), o Via Germanica Imperiale, all’interno della tappa Montecreto-Fiumalbo.

Image

via dei Monti

È un percorso impegnativo di 8,6 km, sentiero CAI 459, formato da un susseguirsi di antiche vie, mulattiere, sentieri e tracciolini che portano dalla collina ai contrafforti dell'Appennino. Lo si percorre in circa 3 ore e mezza dal giardinetto di Montecreto, passando per il Rifugio Monte Cervarola e da lì al Laghetto di Rovinella e al cosiddetto Far West.

Poco dopo la partenza del sentiero 459 si incontra il Pino Solitario, un maestoso Pino nero che domina imperturbabile nella sua solitudine iconica la Valle dello Scoltenna, ai piedi del Monte Cimone, e l’intero paese che si può ammirare da una spettacolare vista panoramica.

Arrivati al Rifugio Monte Cervarola, da cui si gode la vista mozzafiato sul Monte Cimone, si prosegue sino al laghetto di Rovinella, distante qualche centinaio di metri dall’arrivo della seggiovia Stellaro e luogo caratteristico per due rare specie di tritoni, l’albino e il crestato, che lo popolano. 

Si giunge poi al “Far West” dell’Appennino, creste rocciose che formano un canyon e che presentano un paesaggio completamente alieno al resto del luogo, nel quale l’ambientazione cambia repentinamente da grandi vallate a sentieri ripidi a strapiombo. Un percorso consigliato a chi ama l’avventura ed è appassionato di mountain bike.

Image

Al passo del lupo

Il sentiero CAI 461, di difficoltà medio-bassa e lungo 1.7 km, in circa 40 minuti di camminata attraversa la natura selvaggia sulla cima del Monte Cervarola alternando sentieri in mezzo al bosco a percorsi sassosi su costa, si addentra nel Far West e infine arriva al Passo del Lupo, punto di accesso del comprensorio del Cimone, che offre sia bei panorami sia punti di ristoro.

In particolare, il giardino botanico Esperia - unico in tutto l’Appennino modenese- offre un’esperienza nell’esperienza: i sentieri percorrono l’intero bosco accompagnati da una rete di piccoli corsi d’acqua collegati fra loro da ponticelli di legno, offrendo così spunti e informazioni su ricerca scientifica e biodiversità.

Anche lungo questo itinerario è possibile ammirare il Pino Solitario, il Laghetto della Rovinella e il Far West. Sul percorso si trova l’ingresso al “Natural Bike Park” che, sviluppandosi tra i boschi di rigogliosi castagni, consente di godere dei suggestivi punti panoramici del comprensorio abbinandoli a una rete di percorsi adrenalinici per gli appassionati di downhill.

Image

Torrente Scoltenna

Il percorso, composto da tre sentieri CAI (467A/467/469), è lungo quasi 12 km e il suo livello di difficoltà è elevato. In circa 4 ore e 40 minuti è possibile partire dal borgo abbandonato della Marina, proseguire fino a Borgo Magrignana e raggiungere il torrente Scoltenna. Poi dal corso d’acqua l’itinerario continua fino a La Lezza/Mulino di Teggiola e da lì si fa ritorno al Borgo della Marina.

Il percorso ad anello attraversa altri antichi insediamenti e costeggia per un lungo tratto il fiume Scoltenna, che con le sue belle lame ed i suoi ponti storici – tra cui quelli della Fola e della Luna in territorio di Riolunato e quello dei Leoni - offre scorci molto caratteristici.

Image

Anello dei Tre fossi

Questo itinerario ad anello si snoda lungo i sentieri CAI 461/463, è di livello facile e adatto alle famiglie. Parte dal parcheggio basso della seggiovia e si sviluppa per 2 km di tracciato misto senza dislivelli di rilievo che si completa in circa 50 minuti di passeggiata, durante il quale si devono attraversare più volte piccoli ruscelli d’acqua limpida e che è costellato di alcuni bei punti panoramici.

Image

Primo Maggio

Assieme all’anello dei Tre Fossi è il percorso ideale per famiglie, di bassa difficoltà e senza dislivelli rilevanti. Parte come il precedente dal parcheggio basso della seggiovia lungo un tracciato misto di 3,7 km che corrisponde ai sentieri CAI 461/463/459/455 e necessita di circa 1 ora e tre quarti di cammino.

Image

Magrignana DOWNHILL

Il tracciato (sentieri CAI 463/461) è lungo 4,6 km percorribili in 17 minuti: immerso nei boschi del Frignano, parte dal Rifugio Monte Cervarola e segue la direzione per Serra Golara. Il percorso, impegnativo e adrenalinico, ha un dislivello di 752 metri e costeggia il Monte Cavrile per concludersi a Borgo Magrignana.

Tra i punti di interesse, oltre a Serra Golara, Borgo Magrignana e Borgo della Marina, si segnala la grotta del Monte Cavrile, una cavità ostruita individuata dal Gruppo Speleologico Emiliano. La formazione tettonica, situata nei calcari marnosi ad intensa fratturazione che ne ha provocato il crollo, era costituita da un unico vano orizzontale che si sviluppa per 8 mt. e ha un dislivello di -2 mt. 

Alla grotta si lega la leggenda della Dama bianca del Cavrile in cui si narra di una donna che, innamorata del proprio signore, ne restò incinta. Il signore, non potendo permettersi di far sapere della sua amante, le diede appuntamento nella grotta e la uccise. Si racconta che il fantasma della Dama bianca ancora vaghi in cerca del suo bambino.

Image

Pino solitario DOWNHILL

Un percorso difficile ed emozionante di 5,4 km (sentieri CAI 457/459/461), dal dislivello di 614 metri che si percorre in 17 minuti, in cui un tratto di strada è comune all’itinerario della Via dei Monti. Si svolta poi al bivio del “Natural Bike Park” e si prosegue dal Pino Solitario fino a Montecreto, al parcheggio della seggiovia basso. Il tracciato, classificato “rosso” o “enduro”, è uno degli itinerari gravity più famosi del Monte Cimone che presenta delle novità soprattutto all’inizio, senza più la parte veloce ma con lunghi tratti su pietra. La parte centrale è mista e tortuosa, poi torna di nuovo scorrevole nel tratto finale. Il terreno è naturale e alcuni passaggi tra radici e alberi sono caratterizzati da un fondo di lastre di roccia levigata.

Image

Gufo DOWNHILL

Questo downhill, breve ma impegnativo, passa sotto la seggiovia e si conclude dopo circa 12 minuti alla discesa dello Stellaro, direttamente alla partenza dell’impianto. Sono 2 km di tracciato con un dislivello di 345 metri (sentiero CAI 461). Un gufo reale è stato avvistato durante la sua tracciatura ed è per questo che Pippo Marani, storico trail builder di Coppa del Mondo UCI che ha ideato gran parte dei tracciati ciclabili del Monte Cimone (tra cui quelli del Rio Canalone, del Pino Solitario, Animal e appunto il Gufo), lo ha denominato così. Presenta diversi tratti di curve in pineta e contropendenze, mentre il secondo tratto ha una prima parte di mulattiera e prosegue in un punto molto tecnico che costeggia il Rio Re, con passaggi stretti tra le rocce che vanno studiati con cura prima di essere affrontati.

Image

Animal DOWNHILL

Uno degli ultimi tracciati disegnati da Pippo Marani, molto tecnico, con un dislivello di 288 metri (sentiero CAI 459). Si snoda per 1,3 km, percorribili in 13 minuti, con partenza dal percorso del Pino Solitario, poi interseca varie volte Via dei Monti per concludersi direttamente su di essa. Il primo tratto è veloce, poi si incontrano sezioni tecniche, rocce, contropendenze e un rilancio in salita. Il percorso è “pepato” ma alla portata di tutti, molto guidato tra gli alberi con un terreno che offre un ottimo grip quando è umido.

Image

Stellaro

Trail veloce e impegnativo, ad alto tasso tecnico, che inizia da Serra Golara e finisce al parcheggio basso della seggiovia. Il percorso (sentiero CAI 461) è lungo 1,6 km e ha un dislivello di 444 metri che si possono “divorare” in 5 minuti.

Image

IL ponte dei Leoni

Questo difficile tracciato su strada inizia dal giardinetto di Montecreto, prosegue per via Scoltenna fino al Ponte dei Leoni e termina al torrente Scoltenna. Il percorso (sentiero CAI 455) si estende per 4,8 km su un dislivello di 324 metri copribile in circa 20 minuti.

Costruito nella prima metà del Settecento (si pensa nel 1715) per sostituire un ponte medievale distrutto, il Ponte dei Leoni è decorato con quattro mascheroni in arenaria e copie di leoni che originariamente adornavano il ponte più antico. Fu punto di passaggio per la via Romea Germanica, che dal Brennero conduce a Roma. Negli anni 2000, dopo la ristrutturazione, è diventato un ponte ciclopedonale.

Vicino al Ponte dei Leoni si può osservare la centrale idroelettrica di Strettara, una centrale del tipo “a bacino”, alimentata in questo caso dalle acque del bacino di Riolunato formato dall’omonima diga realizzata tra il 1916 e il 1920. La Centrale fu costruita tra il 1917 e il 1919 ed è dotata di due turbine da 6.000 cavalli a vapore che sviluppano una potenza totale di 6,8 MW. Venne danneggiata nel 1945 dai soldati tedeschi in ritirata ma fu riparata in pochi giorni.

Oggi produce circa 15 GWh di energia elettrica con cui copre il fabbisogno energetico annuale di 5000 famiglie del territorio.

Image

Le Miniere

Il percorso (sentiero CAI 455) inizia dal giardinetto di Montecreto in direzione Roncoscaglia; si segue poi per il Monte S. Michele e da lì fino alle miniere. Sono 4,2 km di percorrenza ad elevata difficoltà, con un dislivello di 237 metri, che in circa 20 minuti conducono al complesso delle Miniere di Montecreto, nel 2022 riconosciuto Geosito dalla Regione Emilia Romagna, composto da tre cupole ofiolitiche - dal greco ofis, serpente e lithos, roccia: il significato è dunque “roccia dall’aspetto di serpente” - oggi quasi completamente nascoste dalla vegetazione. 

Facendo tappa al promontorio di Monte S. Michele è possibile vedere l’edicola votiva edificata sulla sommità del monte, dove la tradizione orale individua la scomparsa Pieve Romanica di S. Michele di Montecastagnaro. La cima dell’odierno Monte S. Michele conserva i resti di una cisterna che doveva servire all’approvvigionamento idrico del Castello di Montecastagnaro. Le pareti interne della cisterna conservano alcuni frammenti di intonaco impermeabilizzante in “cocciopesto” risalenti ai secoli XII-XIII.

Image
Image