Montecreto

ALLA SCOPERTA DELLA CITTÀ DEI CASTAGNI

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Montecreto è un paese situato a 900 metri di altezza su un'altura, sormontato dalla chiesa di S. Giovanni che domina la valle del torrente Scoltenna. Il suo territorio si estende lungo il versante destro della valle fino alle cime dei Monti Rondinara, Cavrile e Cervarola. È immerso in boschi di castagni, faggi e abeti, con piante di mirtilli e lamponi nelle zone più alte; ospita una ricca fauna che include daini, marmotte, poiane e talvolta si trovano anche tracce di lupi.
Nel XII secolo la Rocca di Montecreto passò sotto il controllo dei Gualandelli, ma nel 1205 il castello fu ceduto al Comune di Modena, pur rimanendo sotto il dominio dei Gualandelli fino al 1277, quando il Frignano si arrese definitivamente al Comune di Modena. Nel periodo tra il 1406 e il 1408 il paese fu espugnato e distrutto dalle truppe del marchese Nicolò III d'Este.
Alla fine del XVI secolo, Montecreto aveva assunto la forma attuale di corti chiuse con funzione difensiva. Successivamente, fu saccheggiato dalle truppe napoleoniche alla fine del XVIII secolo, perdendo tutti i suoi beni.

Visitor Center

Benvenuti nel Visitor Center di Montecreto, il luogo in cui ogni angolo racconta una storia e ogni passo vi avvicina alla bellezza e all'essenza della nostra terra.
Allestito all’interno della chiesa del Monastero del paese, qui tradizione e modernità trovano l’ideale sintesi che consentirà di viaggiare attraverso il tempo e i paesaggi, esplorando le meraviglie di questa terra e i suoi abitanti. Con tecnologie all'avanguardia, interattive e multimediali, unite a un tocco di magia narrativa, potrete immergervi in un viaggio polisensoriale che vi condurrà dalle profondità dei boschi ai picchi delle montagne, dal sussurro delle piante alla quiete dei paesi e alle fresche acque dei nostri laghi. Cenni storici e geografici si alternano alle più innovative esperienze immersive e a un inedito confronto con la robotica e l’intelligenza artificiale, con cui grandi e piccoli potranno confrontarsi in un momento ludico di grandissimo impatto visivo ed emotivo, ricavando al contempo preziose informazioni per proseguire nella scoperta del territorio di Montecreto.

Il Castello di Montecreto

Situato sulla sommità di Via Castello, è una rocca medievale ancora ben visibile. Il suo schema architettonico include un mastio trasformato in campanile e diverse mura che racchiudono il nucleo più antico assieme alla Via Castello.

Rivivere il medioevo:
L’aria che si poteva respirare al tempo di Matilde di Canossa è ancora presente oggi a Montecreto. Infatti, come in ogni antico borgo medioevale che si rispetti, sono presenti un castello e un’antica chiesa, dedicata a San Giovanni. Il paese si è sviluppato attorno al castello, che un tempo dominava la vallata del fiume Scoltenna. Della rocca rimangono solo alcune parti delle mura e tre torri, una delle quali è diventata il campanile parrocchiale.

La Chiesa Parrocchiale di S. Giovanni Battista

è stata pesantemente rinnovata nel Seicento e conserva numerose opere d'arte, tra cui leoni stilofori, un fonte battesimale, un pulpito e un crocifisso medievali, oltre a diverse pale d'altare. Ospita il Visitorcenter di Montecreto.

Belvedere

Uno dei numerosi sentieri escursionistici della zona, con un percorso ad anello di media difficoltà di 3,37 km e dislivello di 241 metri, da affrontare preferibilmente con scarpe da montagna non a suola liscia, attraversa un magnifico bosco di faggi e betulle che conduce a un belvedere dal quale è possibile godere di una vista mozzafiato a 180 gradi sull’intera vallata. Da lì, il sentiero in discesa nei pressi del celebre “Pino Solitario” lascia invece il posto ai pini e ai castagni.

Via Castello

la Strada Medievale Fortificata rappresenta un raro esempio di nucleo fortificato nel Frignano, con case adiacenti che formano una cortina impenetrabile. Lungo questa strada, sono presenti antichi portali, stemmi, edicole votive e frammenti di architettura medievale e rinascimentale.

Il Monastero di Montecreto

risalente al Cinquecento, è composto da un nucleo centrale lungo la strada, un orto interno e una cerchia di mura che incorporano in parte quelle della rocca medievale. Al suo interno si trova un interessante "calvario" (scultura popolare di origine bretone collocata di norma nei pressi di chiese o cimiteri e raffigurante il Crocifisso o altri simboli e personaggi della Passione di Cristo) protetto da una grande edicola.

Casa Borra

la più importante dimora storica del paese è un imponente palazzo dei secoli XV-XVI con una corte interna e una torre colombaia. La casa è decorata con maschere apotropaiche (apotropaico = che serve ad allontanare o annullare influssi magici o maligni) scolpite ad altorilievo agli angoli, a simbolo di protezione.

L'Oratorio della Madonna del Trogolino

costruito nel Settecento, ospita un famoso quadro su lastra di rame raffigurante la Madonna, molto venerato dalla popolazione locale.

Santuario della Madonna del Trogolino

situata sul confine del Parco dei Castagni, è un santuario dedicato alla Beata Vergine della Vita. All’interno si trova un quadro che rappresenta la Madonna con il Bambino e deve il suo strano nome ad una leggenda. Secondo questa storia, il dipinto fu ritrovato sotto un abbeveratoio per animali, detto appunto “trogolo”.

La Chiesa di S. Andrea ad Acquaria

è una costruzione romanica parzialmente rimaneggiata nel Cinquecento, conserva principalmente la parte absidale e un cristo romanico del XIII secolo.

Il Comprensorio Archeominerario di Via Lastranera

ospita gallerie estrattive di materiali cupriferi utilizzate durante la Seconda Guerra Mondiale, con tracce di una fornace metallurgica romana.

Magrignana

nucleo storico rurale di conserva esempi di architettura rurale storica tra il Quattro e il Cinquecento, con la seicentesca Chiesa di S. Geminiano che conserva due colonne romaniche e resti di una pieve romanica distrutta.

Il Parco dei Castagni

Montecreto regala al nostro Appennino uno dei parchi più particolari, ovvero il Parco dei Castagni, chiamato così perché al suo interno si trovano castagni secolari impiantati al tempo di Matilde di Canossa. L’idea di base era quella di creare un ambiente sereno e di pace, e oggi è uno dei luoghi più suggestivi delle nostre montagne, tanto da essere diventato meta per la villeggiatura estiva.
Il parco dei Castagni a Montecreto, con il maestoso Monte Caprile sullo sfondo, incarna l'antica essenza del paese, con il lavoro e la fatica dei secoli passati ma anche con la bellezza e la capacità umana di plasmare e migliorare la natura. Qui, antichi edifici come il metato, utilizzato per essiccare le castagne, e il mulino sono stati restaurati e riportati in funzione, diventando spazi di incontro e festa che mantengono viva la tradizione locale. Il parco offre sia aree verdi sia aree attrezzate per i bambini, rendendolo un luogo amato dalle nuove generazioni. Durante l'autunno, il parco diventa il cuore della Festa della Castagna di Montecreto, attirando persone per la raccolta del frutto e celebrando la storia e la cultura legate alla castagna, simbolo del paese che infatti è ormai conosciuto anche come “La città dei castagni”. Un simile tesoro non poteva non illuminare la tradizione culinaria popolare di Montecreto: con la farina di castagne si producono tipicità gastronomiche come i “ciacci”, il “castagnaccio” e altre specialità della cucina povera contadina. Fondato nell'undicesimo secolo, il Parco dei Castagni è stato testimone dei secoli di storia locale e oggi rappresenta un punto di riferimento per la comunità e per i visitatori che desiderano immergersi nella tradizione e nella natura di Montecreto.

Le miniere

Il complesso delle Miniere di Montecreto, nel 2022 riconosciuto Geosito dalla Regione Emilia Romagna, conserva tre cupole ofiolitiche oggi quasi completamente nascoste dalla vegetazione.
Le Ofioliti, dette anche “Pietre Verdi dell’Appennino”, derivano il proprio nome dal greco ofis, serpente e lithos, roccia: il significato è dunque “roccia dall’aspetto di serpente”. Rappresentano porzioni residuali della crosta marina della Tetide, braccio oceanico che durante il periodo Giurassico, tra i 140 e i 170 milioni di anni fa, separava la placca continentale euro- asiatica (Laurasia) da quella africana (Gondwana). Si tratta quindi di rocce magmatiche basiche e ultrabasiche al cui interno si possono incontrare mineralizzazioni e minerali particolari come il quarzo, la calcopirite, la pirite, la datolite e altri. Un tipico esempio sono le mineralizzazioni a calcopirite e pirite del blocco di ofiolite basaltica proveniente dall’area mineraria di Ca’ Marsilio in Comune di Montecreto.
La Miniera di Cà Gabriele
La miniera di Cà Gabriele si sviluppa per 36m alla base dell’omonimo ofiolite ed è la più suggestiva e sfruttata dell’intero Comprensorio minerario. Attualmente l’ingresso è quasi ostruito da scorie di lavorazione e materiale di crollo; infiltrazioni di acqua rendono impossibile la sua esplorazione completa. Sul lato ovest dell’ofiolite si possono vedere due saggi per nuove gallerie, mai realizzate, trasformati nel tempo in cantina o ricovero attrezzi. Da questa miniera partiva la ferrovia con carrelli manuali che portava il materiale estratto in località “Il Cinghio”.
La Miniera di Cà Marsilio
La miniera di Cà Marsilio ha uno sviluppo di 115m ed è sicuramente la meglio conservata dell’intero Comprensorio minerario. Il suo ingresso si trova al di sotto dell’insediamento rurale. L’imboccatura, pur presentando infiltrazioni piovane, è percorribile per alcuni metri da cui si evidenziano le diramazioni laterali. Illuminando la volta è possibile osservare l’abbondante vena cuprifera presente all’interno della massa rocciosa. In un terreno situato immediatamente a monte, in località “Le Borre”, sono emerse tracce di una fornace metallurgica risalente all’epoca romana (grumi derivati dalla fusione dei metalli). È pertanto probabile che proprio in quel periodo siano iniziate le operazioni di sfruttamento del minerale con l’apertura di gallerie e dei pozzi.
In epoca medievale, nelle immediate vicinanze delle gallerie esistevano il castello e il borgo di Montecastagnaro (la prima attestazione del castello e del comune risale all’anno 1029).
Nel 1240 le cronache riferirono della distruzione del complesso fortilizio ad opera delle truppe del comune di Modena. Risale al 1395 una seconda distruzione del castello per opera dei soldati lucchesi intervenuti in aiuto del duca di Modena durante la campagna d’armi contro il frignanese Obizzo da Montegarullo. Un anno dopo, il 1° giugno 1396, i soldati lucchesi espugnarono il castello.
Tra il 1406 e il 1408 il castello venne nuovamente distrutto dalle truppe del marchese di Ferrara Niccolò III d’Este (1383 – 1441).
Nel 1429 fu una rovinosa slavina a far crollare il castello e a costringere gli abitanti di Montecastagnaro a ritirarsi definitivamente nei comuni vicini.
Da quel momento sul Comprensorio archeominerario calerà il silenzio, sino agli anni che precedettero la Seconda Guerra Mondiale. In un contesto di sanzioni internazionali il Regime fascista avviò la campagna di ricerca di risorse interne e dunque i saggi nella zona di Cà di Marsilio allo scopo di ricavare minerali utili all’economia nazionale che da lì a poco sarebbe diventata un’economia “di guerra”. I lavori di estrazione iniziarono nel 1939 e si conclusero vent’anni più tardi, in data 18 marzo 1959; nella lettera inviata al Comune di Montecreto il progressivo abbandono delle lavorazioni venne motivato così: “ il ritrovamento di minerale risultava poco soddisfacente”.

La Lezza

La Lezza è una piccola borgata abbandonata che si trova alla fine del sentiero che dal Mulino della Teggiola corre lungo il Rio Lezza nel territorio di Riolunato. Poco distante dal mulino si estende un piccolo canyon con un ponte che attraversa il fiume. Proseguendo lungo il sentiero si raggiunge il minuscolo borgo.

Mulino della Teggiola

Il Mulino della Teggiola si trova nel territorio di Riolunato ed è una splendida testimonianza architettonica visitabile da chiunque. Si trova in una posizione strategica lungo il Rio Lezza, proprio dove il corso d’acqua scende impetuoso. Entrando nel mulino si possono ammirare ancora le vecchie macine e le pale che servivano per metterlo in funzione. È possibile raggiungerlo a piedi lasciando la macchina nel parcheggio in via Lezza di Riolunato.

Borgo della Marina

Si tratta di un altro piccolo, suggestivo borgo fantasma nel territorio di Montecreto, sopra la frazione di Magrignana, tappa di diversi percorsi di trekking e sentieri escursionistici, tra essi quello molto conosciuto de “La via dei monti”. Risalente al 1600, ma forse abitata già in epoca romana, La Marina è a sua volta una frazione di Marignana nella comunità montana del Frignano; il complesso abbandonato è costituito da un corpo disposto lungo l’asse est-ovest con ala disposta ad angolo retto a formare un cortile interno su cui si affaccia un portico a quattro arcate. L’insieme appare compatto ma estremamente vario per la presenza di abitazioni a due o tre piani alternate a corpi rustici più bassi. Il borgo era di fatto un microcosmo autosufficiente, dotato anche di forno e di un mulino. I due punti più caratteristici sono un portale in pietra del 1612 e una fontana risalente al XVIII secolo.

Rifugio Monte Cervarola

Il rifugio Cervarola è il punto di ristoro a circa 100 metri dalla seggiovia Stellaro che porta a Montecreto. Situato a 1430 mt di quota, è attivo nel periodo di apertura della seggiovia e offre una cucina casalinga ben eseguita, dai primi piatti ai dolci tutti fatti in casa. Dalle grandi tavolate all’aperto posizionate su un bellissimo prato al sole si può godere di una vista spettacolare sul Cimone.

Lago della Rovinella

A fianco di una faggeta e in una piccola conca, a poche centinaia di metri dall’arrivo della seggiovia Stellaro, si affaccia un piccolo e raro laghetto. Oltre alla flora che nasce e cresce spontanea sulle sue sponde ci sono anche molteplici e particolari specie animali che le abitano. Questa zona umida è infatti la casa di numerosissime libellule, che qui nascono e nidificano, oltre che di due rare specie di tritoni, l’alpestre e il crestato. La loro presenza ha fatto sì che il Lago della Rovinella venga chiamato anche il laghetto dei tritoni. Il laghetto è raggiungibile tramite una strada sterrata che parte da località Passo Serre e che segue il sentiero CAI 461. In alternativa si possono raggiungere le vicinanze del lago con la seggiovia che parte dal paese di Montecreto o seguendo l’itinerario La Via dei Monti, che parte dal centro di Montecreto e coincide fino al Pino Solitario con il sentiero CAI 459.

Far west

È noto come il “Far West” dell’Appennino, infatti si tratta di un percorso in bicicletta o a piedi che permette di cambiare ambientazione da grandi vallate a sentieri ripidi a strapiombo. Un percorso in linea con chi ama l’avventura ed è appassionato di mountain bike. Il percorso inizia presso la pista forestale del passo del Lupo, quindi superato il Lago della Ninfa si prosegue sino a Fontana Bedini su un terreno sterrato. Si risale tra alpeggi al Laghetto del Terzo, splendido biotopo di origine glaciale adagiato sotto la vetta del Monte Cimone, massima elevazione dell’Appennino Settentrionale con i suoi 2165m. Da qui ha inizio la discesa del Berceto, impegnativa nel primo tratto sui prati, quindi si prosegue per una discesa nel bosco molto veloce e divertente. Percorsa “La Bandita”, pista su crinale eccezionalmente panoramica, si prosegue in direzione di Cima delle Caselle e poi della Fugaccia tra spettacolari e vertiginosi affacci sulla valle di Fellicarolo.

Pino solitario

Si tratta di un maestoso Pino nero che domina imperturbabile nella sua solitudine iconica la Valle dello Scoltenna, ai piedi del Monte Cimone, e l’intero paese. Dalle vie di Montecreto, infatti, volgendo lo sguardo verso le montagne in direzione sud lo si può ammirare in maniera nitida. Il Pino Solitario è meta di diversi trekking che partono dal paese ed è possibile raggiungerlo sia piedi sia in bicicletta; nei pressi dell’albero è stata allestita un’area pic-nic perfetta per chi cerca un luogo isolato e con una bellissima vista per un pranzo al sacco. Lo spazio che lo circonda è luogo in cui si realizzano anche eventi e iniziative culturali come concerti, rappresentazioni teatrali e molto altro.

Ponte di Picchiotto

Situato sulla antica via di comunicazione tra Montecreto-Magrignana e Riolunato, il ponte di Picchiotto (denominato genericamente nel Museo dei Leoni di Pietra “Ponte sul Rio Becco”) è un raro ponte a schiena d’asino risalente al XIV secolo. Scavalca il Rio Becco nei pressi della confluenza con il fiume Scoltenna. Il ponte, chiamato “di Picchiotto” come toponimo ispirato alla “picchiotta” – bastone usato per percuotere i cardi delle castagne rimasti chiusi – o forse perché poco più avanti esisteva un borgo ora abbandonato chiamato Ca’ di Picchiotto nell’alta valle di Castello di Riolunato, presenta un’arcata in pietra con un’insolita foggia ad arco acuto, unico nel suo genere tra i ponti del Frignano. Fa parte del Cammino di San Bartolomeo (sentiero CAI 469), o Via Germanica Imperiale, all’interno della tappa Montecreto-Fiumalbo.

Museo della “Casa dei Leoni di Pietra”

E’ il museo della Comunità di Montecreto allestito nei seminterrati del Municipio, trasformati grazie a un sapiente restauro da deposito di attrezzi e materiali a custode della storia, minuta ma ricca di episodi, del piccolo paese appenninico. Il Museo si divide in tre sezioni, allestite con passione dal curatore Carlo Beneventi che, attraverso l’innovativo concetto di “memoria condivisa”, ha reso attivamente partecipi moltissimi abitanti e turisti alla crescita del Museo stesso tramite donazioni di oggetti e reperti che viceversa sarebbero stati fatalmente destinati all’oblio o peggio alla distruzione.
La prima sezione museale ripercorre il periodo nel quale il Frignano fu interessato dai combattimenti della Seconda Guerra Mondiale, quando la Linea Gotica correva sul crinale appenninico; la seconda sezione è dedicata al dopoguerra, con una sala dedicata all’esperienza del Centro di addestramento professionale “Leonardo da Vinci” e del suo ispiratore, l’allora parroco don Antonino Cenacchi, che contribuì alla crescita di tanti giovani della montagna grazie ai corsi di avviamento a mestieri artigianali come falegname, muratore, scalpellino, elettricista e anche magliaie. Terza e ultima sezione è quella archeologica e di storia locale, nella quale, oltre a reperti di età preistorica, celtica, romana e medioevale, hanno trovato definitiva collocazione i quattro leoni in arenaria, rimossi dal ponte di Strettara negli anni ’80 del Novecento e dai quali il Museo prende il proprio nome.

Grotta Monte Cavrile

Si tratta di una cavità ostruita, individuata dal Gruppo Speleologico Emiliano e rilevata da Rompianesi nella zona del monte Cavrile. La formazione tettonica era nei calcari marnosi ad intensa fratturazione che ne ha provocato il crollo. Era costituita da un unico vano orizzontale (Sviluppo mt. 8 e dislivello -2 mt ).
Alla grotta si lega la leggenda della Dama bianca del Cavrile, che narra di una donna che, innamorata del proprio signore, ne rimase incinta. Il signore però, non potendo permettersi di far sapere della sua amante, le diede appuntamento nella grotta e poi la uccise. Si racconta che il fantasma della donna ancora vaghi in cerca del suo bambino.

Municipio

Il palazzo sede comunale si trova in via Roma 24

Il Ponte dei Leoni

costruito nella prima metà del Settecento per sostituire un ponte medievale distrutto, è decorato con quattro mascheroni in arenaria e copie di leoni che originariamente adornavano il ponte più antico.
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